Samuel Beckett da Portobello a Milano - mostra fotografica di Margherita Lazzati

 

Comunicato stampa     

       


Samuel Beckett da Portobello a Milano

Mostra fotografica di Margherita Lazzati

Sarà inaugurata il 10 giugno 2010 a Milano la seconda personale di Margherita Lazzati, dopo il successo di critica e pubblico ottenuto con "Reflex on the Road", l’esposizione appena realizzata a Samedan (Svizzera).


Samuel Beckett da Portobello Io sono Beckett.
Un muro mi accoglie.
Ora attendo.

 


Milano, 10 marzo 2010 - "La mia storia con Samuel Beckett a Portobello", questo il titolo della mostra, che vede esposte 30 immagini a colori montate su alluminio, scelte tra una serie di 65 fotografie raccolte nell'arco di 4 anni che raccontano la storia di un murale, realizzato dal celebre writer Alex Martinez (www.alexmartinezink.com) a Portobello (Londra).


Samuel Beckett da Portobello Blu. Dal colore emergo
come un sogno. 
È forse l'alba.

 

 

 

 

Ogni fotografia è accompagnata da una didascalia sotto forma di poesia Haiku (componimento poetico di tre versi di antica origine giapponese, sintesi di pensiero e di immagine, che lascia spazio a un vuoto ricco di suggestioni) composta da Anna Ferrante, poetessa ed autrice del romanzo "Senza", Premio Gronchi per la narrativa 2009.

Samuel Beckett da Portobello Ora dal muro orma implacabile.
Un'altra storia.

 

 

 

Il dipinto, e il suo “invecchiamento” a seguito del progressivo e ineludibile degrado dell’intonaco del muro, è diventato una presenza simbolica del quartiere. I numerosi scatti ripresi nell'alternarsi delle stagioni, a diverse ore del giorno, come su un set attraversato dai passanti e dagli eventi, danno vita, oltre alla mostra, ad un libro con testi di Anna Ferrante, Gabriele Micciché, Alessandro Mininno, Maurizio Panti e Mario Perazzi.

 Samuel Beckett da Portobello L'uomo ascolta.
Di me ormai restano
tracce di vita.

 

 

 

L’esposizione si terrà a Milano nella sede di ready-made, studio editoriale da sempre interessato alle realtà artistiche giovanili underground. ready-made è nata a Milano nel 1989 e da allora opera nel campo dell’editoria realizzando cataloghi d’arte e architettura, guide turistiche, manuali di cucina, medicina, viaggi, storia e argomenti di attualità e cultura, realizzando una concezione di editoria che vuole essere il prodotto di un’officina di elevata qualità artigianale.

Oltre ad operare nel campo squisitamente editoriale, ready-made organizza mostre ed eventi di rilievo nazionale. Dal 2004 ha realizzato diversi eventi speciali tra cui una serie di mostre sulla street-art (un ciclo di 5 mostre dal titolo Street Virus curato dall’esperto di street-art Alessandro Mininno tenutesi nella sede di Foro Buonaparte).
 
Creativa in una Agenzia di comunicazione, Margherita Lazzati vive e lavora a Milano, sua città natale. Ama viaggiare e da sempre coltiva la sua passione per la fotografia come fotoamatore. Il suo curriculum include numerose partecipazioni a concorsi fotografici nazionali e internazionali, che le sono valsi prestigiosi premi e segnalazioni. Ha partecipato a mostre collettive e personali e alcune foto sono state pubblicate su riviste e periodici. Tutti i suoi scatti sono privi di postproduzione.

Margherita Lazzati
Margherita Lazzati

 

Informazioni utili per la visita:

   “La mia storia con Samuel Beckett”

   Margherita Lazzati

 

   mostra fotografica 10 giugno – 10 settembre 2010

Inaugurazione giovedì 10 giugno ore 18,30
 
Visite lunedì-venerdì 9,30-19,30
Sabato su appuntamento
La mostra resterà chiusa dal 9 al 22 agosto
Ingresso libero

   ready-made

Foro Buonaparte, 44 A – Milano
www.ready-made.net

 

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Scarica la locandina della mostra (PDF document)

Scarica le immagini della mostra in alta risoluzione (zip formato)

 

Rassegna Stampa

Marie Claire - 1° giugno 2010

Margherita Lazzati - Marie Claire 1° giugno 2010


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La vita incrocia destini diversi, li avvolge in riflessi di luce rassicurante o li confina in ombre sconosciute e a volte racconta storie di incontri inconsueti.
Come l’incontro di Margherita Lazzati con Samuel Beckett dipinto su un muro di Londra, all’incrocio con Portobello Road.

L’incontro con una solitudine fiera e al tempo stesso fragile, preda del tempo e degli uomini, destinata a materia in disfacimento e a mani senza rispetto.

Ma ciò che colpisce del lungo percorso che Margherita ha dedicato a Beckett è l’unicità della sua scelta : soltanto lei e il suo obiettivo hanno riempito l’ attesa di quello sguardo, le pieghe di quel volto, la dignità di quei tratti attenti e senza sorriso.

Libera di tornare a rivederlo, di fissare le immagini del suo lento e irrimediabile declino, Margherita ha atteso che la luce del giorno declinasse nel colore vivo e inusuale di un londinese tramonto estivo o che le lampade della finestra sovrastante si accendessero nell’oscurità della sera e poi si spegnessero nell’opacità della notte, lasciando quel volto solitario chiuso nel suo silenzio di tenebra.

Ha atteso che passanti frettolosi o impassibili non volgessero neppure per un istante il loro sguardo a quel viso così intenso e solo.

Non è soltanto la solitudine di Beckett a sorprendere Margherita : è l’indifferenza degli altri, tutti presi dalle loro faccende, concentrati su stessi, a muoverle dentro un moto d’affetto, un sentimento di dispiacere autentico.

A volte, un disagio, per quello spazio violato da automobili e motociclette parcheggiate in una sosta senza voci, da cani lasciati liberi ai loro istinti, da sacchi ingiuriosi di spazzatura. E da persone di ogni razza e di ogni età che inseguono i loro acquisti di tutti i giorni e non si fermano mai a guardare chi li scruta con tristezza o severità, con stupore o indulgenza dalla sua inerte dimora.

E così Margherita scatta le istantanee di quel dipinto sul muro che si sgretola piano piano, metafora dell’esistenza che si spegne gradualmente passando dalla giovinezza all’età adulta e alla vecchiaia, una stagione gracile e indifesa, considerata inutile e superflua, disattesa e disprezzata come spesso è la vecchiaia di tanti.

Quel volto che si disfa è poi profanato ancora da altri segni scuri che vogliono prenderne il posto e si arrende ad essere sfondo di improbabili telefonate di comparse sguaiate.

Infine, con gli ultimi scatti, Margherita stigmatizza che quel volto è diventato muro, pietrificato, cancellato, annientato, forse pronto per nuove generazioni di segni.

Così è il ciclo della vita, inesorabile, di cui per fortuna rimangono ricordi precisi, netti illuminanti.

E a tutti noi rimarranno, grazie alle fotografie di Margherita, le immagini di quegli occhi che sembravano cambiare espressione ad ogni passaggio, ad ogni mutamento, ad ogni riflesso, nel perdurare della sua lunga attesa.

Resteranno nella memoria e nella storia di ognuno come l’esito di un incontro felice, reale e fantastico al tempo stesso e per questo ancora più prezioso.

 
Anna Ferrante